A giro per il fiordo

Poco tempo fa sono stata in Norvegia e mi sono regalata una giornata per andare a visitare un fiordo.

Si dice che il viaggio sia la metafora della vita: per me questa volta il viaggio lungo il fiordo è stato la metafora del viaggio dentro me stessa.

Lungo un fiordo puoi viaggiare in due direzioni: o dal mare alla costa, o viceversa: dall’interno fino al mare.

Io ho fatto l’esperienza del primo tipo: dall’esterno all’interno e ritorno, l’ho fatta da sola ed è stato un entrare in una dimensione molto intima ma anche molto bella.

Sono partita con la nave dove non c’è un granché da fare e l’unica cosa che ha senso e valore fare è OSSERVARE tutta la bellezza che c’è intorno; osservare senza fare niente.

Normalmente sono una persona agitata e sempre alla ricerca della cosa migliore, quindi ho passato la prima parte del viaggio  tentando di trovare il posto con il miglior rapporto comodità/visuale girando per la nave e sperimentando i posti: davanti al chiuso, in alto comodamente seduta, davanti all’aperto più in basso ma in piedi, di lato a sinistra in alto, di lato a destra in alto, di dietro all’aperto più in basso, seduta tranquillamente nel bar al chiuso, oppure nel bar all’aperto…  finché non mi sono resa conto che non esiste un posto migliore per  osservare, c’è solo bisogno di quiete e di quel senso di meraviglia che fa apprezzare anche il più piccolo dettaglio. Allora mi sono calmata e mi sono goduta il mare, il fiordo, le montagne, la neve, le cascate, la vegetazione imponente. Ho visto e apprezzato la natura in ogni suo aspetto senza pensare se era bella o brutta, ma semplicemente godendo di quello che era. Mi sono così sentita vicina a quella parte divina che circonda il creato e nello stesso tempo alla parte divina che è dentro di me. E ho anche smesso di fare foto perché l’importante a quel punto non era cosa mostrare agli altri dopo, ma come e cosa guardare in quel momento e l’emozione che questo mi dava.

Ed è così anche quando iniziamo ad entrare dentro noi stessi: spesso non sappiamo cosa dobbiamo osservare, come porci: se essere critici, accondiscendenti, giudicanti, vittime…  Non sappiamo se quello che sentiamo è roba nostra o c’è stata passata da altri, non sappiamo se siamo sinceri o condizionati dalla situazione… ed evitiamo di fare la cose più importante:  OSSERVARE SENZA GIUDIZIO, semplicemente ESSERE, con tutta l’apertura e la meraviglia per ciò che incontreremo.

Quando sono arrivata a Geiranger, in fondo al fiordo, ho scelto di andare a fare una camminata verso una vecchia fattoria. Il percorso  nel bosco, che ogni tanto incrociava qualche cascatella e  prati verdissimi, era bellissimo e mi ha ricordato molti altri posti conosciuti: dalle nostre Dolomiti alla Svizzera, Austria, Islanda… e ho pensato che anche noi essere umani siamo, in fondo tutti simili: siamo tutti belli come quelle montagne, se accettiamo di fare un po’ di fatica nel camminare per venirci incontro, lo possiamo vedere in tutti.

Il ritorno dal fiordo al mare l’ho fatto in pullman: un panorama mozzafiato, salite, discese a picco sul mare, e tanti lunghi tunnel. Ho pensato allora che possiamo viaggiare anche dentro le nostre parti più buie che, per quanto lunghe possono essere, hanno sempre una fine. Ci hanno fatto cambiare mezzo di trasporto più volte: prima un autobus, poi il ferryboat, poi un altro autobus e poi un altro ancora, e ho cambiato anche posto dove stare a sedere, così come il modo di guidare dell’autista e ho pensato che anche rispetto a noi stessi osservarci in una prospettiva diversa ci permette di vedere cose nuove, di scoprire altro.

Sono convinta che ogni giorno abbiamo la possibilità di incontrare noi stessi in quello che facciamo, io ho deciso che d’ora in vanti voglio fare più attenzione e sono sicura che questo mi porterà diverse sorprese.

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1 commento su “A giro per il fiordo”

  1. Viaggiare, osservare, meravigliarsi……modi fantastici per conoscere se stessi, il mondo e la vita.
    Grazie Letizia per questo tuffo nella bellezza dell’essere e di ciò che lo circonda.
    Simonetta

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