Incontri che ci cambiano

Ci sono incontri che anche se durano poco ti segnano la vita.

Ci sono esperienze che ti permettono di sentirti parte di una comunità anche se vi sei entrato solo in punta di piedi per un tempo infinitesimale.

Così è stata l’esperienza di Bose nei primi anni ’80 durata solo una settimana, ma che mi ha sempre fatto sentire, negli anni seguenti, legata a quella comunità.

Ho quindi seguito con affetto e dolore le vicissitudini, mai chiarite, con il fondatore Enzo Bianchi e il resto della confraternita, come se in qualche modo mi riguardassero personalmente, anche se io con Bose non ho mai più avuto niente a che fare.

Ho ritrovato lo stesso senso di appartenenza a Stromboli, isola su cui sono stata per la prima volta a fine giugno quest’anno per soli 5 giorni, ma che mi ha coinvolto emotivamente entrandomi in ogni poro della pelle.

E a pensarci bene, il senso di comunità che si prova più che con le persone è con le idee e con i valori che esse rappresentano, ho ancora impressa nella mente l’emozione provata alla mostra su Dani Karavan al Forte Belvedere nel 1978, e la sua frase Gli ulivi saranno i nostri confini, che quando è morto l’anno scorso ho sentito la necessità di contattare la sua istituzione per far avere alla famiglia mie condoglianze.

Cosa accomuna queste esperienze? Credo sia il fatto che in questi momenti mi sono sentita più aperta e mi sono lasciata penetrare dalla loro realtà, a Bose da una proposta di fede, o meglio, da una riflessione sull’eternità e su come la fede può permettere di andare oltre la vita terrena, a Stromboli dalla potenza delle forze della natura: terra, fuoco, aria, acqua insieme allo Spazio, ristretto nel muoversi ma infinito nella sua Possibilità, alla mostra di Karavan dal combinare arte e natura per inviare messaggi di pace.

È come se certi posti o incontri ti fornissero la chiave per andare oltre, per superare una soglia ed entrare nel tuo personale sconosciuto, offrendoti nuove possibilità di rileggere la vita e il mondo.

Offrono punti di vista diversi sulle cose, a cui magari non avevi mai pensato, ma che, come detonatori, accendono nuove emozioni.

Sono esperienze che nutrono l’anima (soul food, opposto al food for thought), che forniscono quel nutrimento essenziale a cui poter attingere nei momenti di bisogno.

Quando vivi esperienze così forti non sempre ti accorgi di cosa sta accadendo, che quel momento ti segnerà per la vita, ma se capita è veramente emozionante e forse possiamo allenarci a fare più attenzione al presente e al nostro sentire per imparare a godercelo più spesso.

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